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I 50 anni di atletica di Mariagrazia Bertoldo in Gretter

Iniziò con una gara di salto in alto, fu azzurra del mezzofondo, oggi è insostiuibile dirigente: i 50 anni di atletica di Mariagrazia Bedrtoldo in Gretter.
Quando iniziai a calcare per le prime volte il tartan e il fango dei cross, non ci misi molto a capire questo: che dell’Atletica Trento la colonna portante era quella simpatica signora presente a tutte le gare che incitava e sosteneva i suoi atleti: Mariagrazia Bertoldo in Gretter. Allora ero a Merano e gareggiavo lì, ma nel cuore ho iniziato a maturare il desiderio di correre per una squadra che avesse una “zia dell’atletica” come lei: energica, sorridente, grintosa; ed efficiente: dall’iscrizione alla gara fino alle pratiche post-gara, pensava a tutto lei.
Sarà per questo che trasferitami a Trento e allenandomi con delle aquilotte non ci ho pensato due volte a tesserarmi per l’Atletica Trento, dove mi sono sentita accolta da un bel gruppo di amici. Ancora oggi, a tanti anni di distanza, ogni tanto vado a trovare la Mariagrazia in segreteria: andare da lei è un po’ come andare da una super zia o dalla parrucchiera, conosce tutto e tutti, presente e passato dell’atletica trentina; si ha la sensazione di respirare aria di atletica, declinata in tutte le più piacevoli sfaccettature: dai records personali alle ambizioni o ai progressi di questo o quell’atleta, dagli aneddoti ai racconti delle trasferte, e, soprattutto, è piacevole farsi raccontare come era l’atletica “’sti anni”, come ci si allenava e ci si rapportava a questo sport. Giusto ieri ci sono tornata con mio figlio per raccogliere qualche appunto sulla carriera di Mariagrazia e preparare questo pezzo, e sono uscita dalla segreteria felice di correre (e scrivere) per questa squadra. La sua scrivania è piena di carte, tra il computer, il fax e la stampante, il telefono che squilla e sulla parete, un bel ricordo, la pagina che l’Adige le dedicò per i 50 anni. Allora erano i 50 anni di età, oggi sono i 50 anni di attività nell’atletica, prima da atleta e poi da dirigente. Indicando la sua foto degli anni ruggenti, appesa proprio alla postazione di lavoro, mi dice: “Da mezzofondista a lanciatrice: guarda com’ero magra, e adesso invece…”. Eh già perché Mariagrazia era una campionessa del mezzofondo, soprattutto del mezzofondo veloce; una “spilungona” dalle leve di gazzella, born to run, insomma, e a graffiare la pista a ritmi sotto i 3’. Bolzanina di origine, ha cominciato a gareggiare a 14 anni con la Saf Bolzano, seguita dal Prof. Franco Criscuolo. Narra la leggenda che il 15 giugno 1962 abbia iniziato gli allenamenti al campo e che pochi giorni dopo si sia cimentata in una gara, nell’alto allieve, facendo segnare subito il record regionale (1.35). Lei e le sue compagne si alzavano alle 5.00 per allenarsi al campo prima di andare al lavoro: la sera avevano altro da fare e comunque ai tempi non si poteva rischiare che le donzelle fossero distratte dai parietà maschi impegnati nelle ripetute (e soprattutto, che non accadesse il contrario). Alle 5.30 partivano ma non per la corsetta metabolica di 40’, bensì per delle sfiancanti ripetute che di buon’ora ti mandavano il lattato alle stelle- se oggi pensi a queste ‘imprese’ ti torna la voglia di allenarti anche nei momenti di difficoltà. Da allora nei dieci anni successivi Mariagrazia collezionò maglie azzurre e podi tricolori (1966-1967), nelle graduatorie nazionali degli 800m e dei 1500m si collocava seconda dietro la fortissima Paola Pigni. Vestì la maglia azzurra anche nei cross (in particolare al Cross delle Nazioni a Cambridge), e tra una gara nel fango e una su strada conobbe un collega trentino pure lui azzurro, Primo Gretter, che sposò a 22 anni. La leggenda narra anche che Primo l’abbia conquistata regalandole un quadretto con due che correvano 1 dietro l’altro e che recava la scritta “se insisti e resisti raggiungi e conquisti “: e ci riuscì! Insieme i due condivisero allenamenti, gare, trasferte, convocazioni. Pochi anni dopo la coppia ebbe un figlio, Alessandro, prima forte ciclista ora valido organizzatore di gare, ma l’impegno di entrambi nell’atletica non cessò, né come atleti né come dirigenti. Primo è stato a lungo custode del Campo Scuola di Atletica Leggera in Via Maccani e oltre che atleta allenatore del mezzofondo e del ciclismo, Mariagrazia vinse ancora un titolo italiano, mentre cominciava a occuparsi anche degli aspetti logistici della società, che nel frattempo era diventata, dopo le esperienze nella Fiamma Bolzano e nell’Ataf Trento, il GS Marzola, poi con la fusione Cavit Virtus Marzola, e antenata dell’odierna Atletica Trento cmb. Mariagrazia fu anche allenatrice e soprattutto segreteria e dirigente, negli anni ’80 coprì due mandati da Presidente della Fidal Trento, oggi è ancora, come dicevo, la colonna portante della società. I suoi modi diretti e poco diplomatici, la sua inclinazione allo sdegno combinata con (e bilanciata da) la capacità di ricredersi, la rendono un punto di riferimento per tutti, una certezza su cui contare, un’interlocutrice che sa strapparti il sorriso anche quando hai “cileccato” la gara o non vieni più fuori da un infortunio. Domenica la festeggeremo sopra Povo, alla Baita Moronar, per una giornata serena tra amici dell’atletica.

3 pensieri riguardo “I 50 anni di atletica di Mariagrazia Bertoldo in Gretter

  • Tantissime Congraturazioni per i tuoi 50 anni e GRAZIE per quello che hai fatto per questa società!

  • Grazie, grazie, grazie a tutti coloro che erano presenti ieri alla festa dell’Atletica Trento, è stata una giornata INDIMENTICABILE, EMOZIONATE, FANTASTICA …………..Un grazie di cuore a tutti i collaboratori che hanno partecipato perchè la FESTA riuscisse in tutti i suoi dettagli. Mi sono emozionata, anzi di più commossa è dir poco…….. Ancora Grazie, grazie, grazie Mariagrazia

  • cristina

    La cara Mariagrazia…..
    Non ci sono parole, sei un’anima battagliera, che agisce sempre con buon senso e solo per fare il bene dello sport. Cosciente dei propri limiti, proprio per questo ancora più ammirevole. Ti ho spesso vista sfinita, ma non ti ho mai vista lasciare un lavoro inconcluso.
    Hai dato tanto all’atletica, noi dell’atletica sappiamo che non ci abbandonerai.
    Il tempo con te è stato amico: sei più bella di trent’anni fa, quando ti ho conosciuta.
    Ci vediamo.
    Cris

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