Lo mandi in Polonia e guarda cosa ti combina: vince le semifinali e arriva in finale. A Trento fa caldo, ma chi sa d’atletica in questo momento ha i brividi.

Che l’impresa fosse ardua è fuor d’ogni dubbio, ora si può dirlo. Correre ai quarti in 1’49 e qualificarsi con il miglior tempo per le semifinali, come Giordy (qui nella foto di Colombo) ha fatto ieri, è certo buona cosa, ma pone preoccupanti interrogativi sulle possibilità di recupero (a 19 anni il suo talento è ancora grezzo).

Certo, è vero, si presentava comunque con il quinto tempo stagionale, un buon biglietto da visita. Ma quanto può essersi risparmiato in una batteria corsa sotto il minuto e cinquanta con passaggio ai 4 sotto i 54”?

Ma forse ancora non conosciamo bene i suoi limiti.

Giordi corre nella terza semifinale, può ragionare sui tempi degli altri- e lo fa. Nella prima semifinale si parte forte e si passa ai 4 attorno ai 53”, chiudendo poi in  1’48″90; passano i primi due,  Amine El Amanoui e Geoffrey Kibet, quest’ultimo in  1’49″04. Nella seconda semifinale Abubaker Kaki finalmente scopre le carte e lancia un primo giro da 51″72; chiude in  1’46″71, si qualifica anche il secondo,  Adam Kszcot, con 1’47″16.

Giordy deve fare i suoi conti, o arriva nei primi tre ma con un tempo inferiore a 1’49″25, oppure può concedersi di arrivare quarto risparmiandosi almeno in volata ma comunque correndo sotto l’1’49”.

Detto fatto: Giordi parte e vince. 1’48”38 il verdetto cronometrico, secondo Olivier in 1’48”62. Meglio dei due hanno fatto solo Kaki, 1’46”71, e Kszczot, 1’47”16, entrambi nella seconda semifinale.

Ora la finale, venerdì.

Smettiamola di interrogarci sulle possibilità di recupero muscolare. E non diciamoci-almeno non ancora- che ha già vinto il suo mondiale. Forse questo ragazzo vuole e può dirci qualcosa in più, ma “meglio non pensarci” come bene ha auspicato Perenzoni sul blog della Fidal Trentino (scriviamolo soltanto).